Che paura Nostradamus

Da anni sono presenti nella mia libreria tre sinistri volumi: le profezie di Nostradamus, per l’esattezza le mille profezie di Nostradamus. A volte vi passo accanto, ma non ho mai avuto il coraggio di sfogliarli, nemmeno di prenderli in mano. Temevo che sfilandoli dalla libreria, il resto dei libri e le mensole sarebbero rovinosamente crollati e io sepolta sotto di essi, sarei perita tra atroci sofferenze. Chissà quali oscuri presagi nascondono quelle pagine. Per questo post avrei voluto vincere la mia codardia e riscattarmi, afferrare un volume tra i tre e scoprire, finalmente, cosa aveva predetto il sig. Nostradamus.
Non ci sono riuscita. Io ci ho provato, mi sono avvicinata ai volumi, ho letto per la centesima volta la scritta dorata sul dorso, ma un terrore atavico mi ha fatto desistere.
Diamine, che sconfitta! Riuscirò mai a superare la mia paura?

Me and my botolo

Non ho un bel rapporto con il mio cane. Cerco in tutti i modi di farmi voler bene da lui, ma il botolo proprio non ne vuole sapere. Lo porto a passeggio e l’animale entra in modalità asino, ossia s’imputa per non camminare, cerca di tornare verso casa e io devo strattonarlo e incitarlo affinché continui nel tragitto. Mi odia, sento che quel cane mi odia. D’altronde a quale cane non piace essere portato a passeggio non per stradine polverose, ma in aperta campagna?
Mi risulta assai difficile capire il motivo di questa repulsione. Stabilisco sempre un certo feeling con gli animali, ma con lui non c’è verso. Mi disprezza. Mi snobba. Rifiuta perfino i biscotti che gli porto la mattina. E mai possibile? Ottengo più risultati con il mio criceto.

Il vicino che non vorresti avere vicino

Inauguro ufficialmente la rubrica: il vicino che non vorresti avere vicino.

Iniziamo col dire che io non conosco i miei vicini di casa.
Ebbene sì, non ci salutiamo neppure, pur vivendo nello stesso quartiere da anni. Vi confesso che questa situazione ha i suoi lati positivi: non si deve far finta di apparire degli amabili vicini che si scambiano sale, farina e zucchero.
Non c’è bisogno di risultare simpatici.
Si può evitare quella sgradevole situazione imbarazzante, quando ci s’incontra e non si sa di cosa parlare.

Il vicino A pota la siepe. Il vicino B annaffia le begonie. Inevitabilmente s’incontrano a ridosso della recinzione.

Buongiorno.
Buongiorno.
Bella giornata eh?
Eh sì…
Arrivederci.
Arrivederci.

Come vedete, conversazioni di cui si può benissimo fare a meno.
Il fatto che non chiacchiero con i miei vicini di casa, non può privarmi, comunque, del piacere di osservarli nelle loro faccende quotidiane e spiattellarle a voi tutti.

I pensionati che odiano gli animali (soprattutto il mio gatto).

I signori campano di pensione. Sono i maniaci del giardino per eccellenza. Tagliano l’erba, con un mezzo rumorosissimo, solitamente il sabato mattina presto e protraggono questa attività fino a mezzogiorno, interrompendo il mio sonno ristoratore. Un giorno li ho visti aggirarsi per il prato armati di righello e forbicina.
La signora è solita addobbare la casa per ogni festività. Svolge questa attività con largo anticipo sul calendario, tipo l’albero di natale che ha iniziato a preparare a ottobre. Oltretutto è capitato, una notte di dicembre, che un boeing 747 atterrasse proprio accanto a casa sua, pensando che quella distesa infinita di lucine segnalasse la pista. Si seppe in seguito che il radar si era sbagliato.
Nelle soleggiate giornate d’estate la signora ama prendere il sole su di un lettino, ben visibile da ogni punto della Terra. La cicciona, pardon, signora appare su quel lettino come una balena arenata sulla spiaggia di Malibu. Perfino i muratori che le passano accanto, storcono la bocca e quella è gente di bocca buona. Lei se ne infischia sfoggiando un costumino giallo oro.
Ha preso di mira il mio povero, minuscolo gatto, Silvestro. L’animale si è macchiato di un terribile crimine: le ha scompigliato tutti i cuscini della panchetta sotto il portico. Che le portasse pure via i cuoricini di S.Valentino, le ochette di Pasqua, le zucche di Halloween, la bandiera americana del 4 luglio, i festoni di Capodanno! Lo sto addestrando per questo.

Spesso faccio sogni strani, molto strani…

Stanotte ho sognato di avere come vicini di casa, la coppia Gregoraci-Briatore.
Più che un sogno, un incubo.

Stranezze cosmiche

zodiacoIo non ho mai capito e mai capirò la gente che si affida all’astrologia. Un giorno ho carpito una conversazione in treno in cui erano coinvolte più persone che esprimevano giudizi in base ai segni zodiacali.

Bè, guarda, una volta stavo con un x, ascendente y.
Mamma che tipi quelli, meglio starci alla larga!
E gli x, ascendenti y?
Quelle sono persone squisite, fortunato chi le trova!

Mi sono espressa con x e y perché non conosco le accoppiate segni-ascendenti e sinceramente manco m’interessa saperle. Dicono che le stelle, o meglio i pianeti, influenzino la nostra vita.
Mah sarà…io non ci credo.
Può essere il carattere del singolo individuo determinato dal fatto di essere nato in febbraio o in agosto? No.
Può essere il carattere del singolo individuo determinato dal fatto di essere nato in una famiglia felice e contenta o in una famiglia di sciagurati? Sì.
Stabilito questo, io non posso classificare una persona in base al segno zodiacale, ma semmai in base alle esperienze e vicissitudini della propria vita, ergo, in questo siamo diversi uno dall’altro.
Non credo agli oroscopi che mi sembrano un inutile spreco di parole, ancora di più se pronunciate da Paolo Fox.

Chi lascia qualcosa a metà, mai nulla finirà

E’ incredibile come io non riesca a portare a termine niente, nella vita. Esempio: la lettura.
Il sabato pomeriggio vado a fare un giro in libreria. Ignoro le novità editoriali, vi passo accanto ma non le degno neppure di uno sguardo. Odio i libri nuovi, con la sovra copertina e che soprattutto costano più di 10 euro. Mi dirigo verso il reparto “narrativa e/o classici”. Perdo la testa realizzando che ci sono milioni di libri che non ho letto e che probabilmente mai leggerò. Consulto la lista che tengo nel portafoglio, rileggendola decine e decine di volte, incapace di scegliere tra un libro e l’altro. Alla fine scelgo sempre in base alla cifra che ho nel portafoglio.
Mi avvio verso la cassa, ma mi volto pensando che dovevo prendere quello, invece di questo.
Prometto di non comprare più libri per almeno due mesi.
Inizio immediatamente a leggere il nuovo libro, dimenticando che ho una lista di circa 10 libri in sospeso. Protraggo la lettura del suddetto fino al sabato successivo quando ne acquisto un nuovo.

Cosa si evince da tutto questo? Che da mesi accumulo sul comodino pile di libri letti a metà. Non abbandono il volume per noia, ma per la smania incontrollata di leggerne uno nuovo.
E’ un circolo vizioso.
Sono caduta nel girone infernale dei lettori insaziabili.

E che mi va bene. Prendendo esempio da Harry ti presento Sally, tempo addietro leggevo sempre l’ultima pagina del libro, per paura di morire prima di averlo terminato. Fortunatamente ho perso questa abitudine.

Caro amico ti scrivo

Il personaggio di oggi è Carletto (il mostro dei sofficini)

carletto

Caro Carletto,
ti odio profondamente. Sei oltremodo brutto, stupido e pedante. Sei il protagonista dei miei peggiori incubi. Sei repellente. Ma ti sei visto bene allo specchio? Pensi di essere simpatico? A me fai solo impressione. Non parliamo poi di quella vocina. Roba da strapparsi i capelli.
Come faccia quella famigliola ad accoglierti così benevolmente, proprio non lo capisco.
Sappi che il popolo dei camaleonti trama contro di te. Si sentono offesi dalla tua pessima interpretazione. Non aspettano altro che tu compia un passo falso per vendicarsi.
Vieni a rifugiarti a casa mia, una bella cella frigorifera ti aspetta.
Uno schiaffo
Pungola

E lo chiamano Mister Amore

Sai, forse è meglio non andare avanti
Hai paure eh?
Io?
Sì. Hai paura d’amare.

Che sommo scrittore, che sommo poeta Moccia! Di fronte a cotanta profondità di pensiero, per l’emozione mi trema l’elastico delle mutande.
Io continuo la mia battaglia personale contro Moccia, contro questi scrittori che non valgono nemmeno un soldo di cioccolato trovato nella calza della befana. Pile e pile del suo ultimo libro ingombrano scaffali, autogrill, ipermercati. Basta! Facciamo un bel falò, accendiamo i caminetti, alimentiamo i barbecue per cucinare salsicce e polenta.

Io l’altro giorno ho fatto una gran cosa. All’Auchan ho trovato il libro dell’ignobile abbandonato accanto a cerette e saponi depilatori. Probabilmente qualcuno aveva recuperato improvvisamente il senno e si era accorto di aver fatto una tremenda vaccata, adagiando nel carrello l’immondo libriciattolo.
Bene, io ho provveduto a nasconderlo dietro a una pila di cerette a freddo e poi ho pure fatto il gesto dell’ombrello, accompagnato da un sonoro tiè. Ah, ah! Moccia, uno a zero per me!

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

Giralo anche tu per cortesia. Bimbo di 17 mesi necessita di sangue gruppo B+ per una forma di leucemia fulminante. Telefonare al mayer ecc, ecc.

So che giornali e blog hanno parlato di questa notizia e magari il messaggio sarà arrivato pure a voi. Per chi non lo sapesse il bambino di 17 mesi è stato colpito da una grave forma di leucemia fulminante ma non necessita di sangue (tra l’altro il sangue del gruppo B+ è uno tra i più comuni).

Io ho ricevuto questo messaggio e non l’ho girato a nessuno. Nutro profonda sfiducia ed indifferenza riguardo questi appelli che ritengo fasulli. Sarà colpa di tutte le catene di S’Antonio che ingolfano la casella postale, degli appelli per salvare il macaco della foresta equatoriale-pluvio-tropicale o il pesce segone del mare di patate, se io non credo più a niente?
Internet mi pare terra fertile per far nascere e far proliferare leggende metropolitane, emergenze inesistenti e catene assurde. Un esercito inarrestabile di truffaldini che s’inventa ogni genere e sorta di bufala per sfiduciare il prossimo.
Pensate che una volta, ho letto che si poteva adottare un pezzo di foresta dall’altra parte del mondo, versando un tot di euro all’anno. Ma chi mi certifica che quei tre poveri alberelli abitati magari da cip e ciop non verranno abbattuti da qualche spietato magnate dell’industria degli stuzzicadenti?
Mio padre, quand’ero ancora una bimbetta fiduciosa, soleva dirmi, entrando nei tunnel autostradali: “Vedi, questo l’hanno scavato topi”. Io meravigliata esclamavo: “Uaooo che bravi i topi”.
Un giorno mi confessò che si era inventato tutto.
Fu un duro colpo accettare la verità e quando qualcuno mi promette o mi assicura qualcosa penso sempre ai topi e ai tunnel.

Portapane

Ebbene, non ce la farò mai. Uscirò sconfitta da questa battaglia. Mi ero illusa, avevo creduto di potercela fare, mi ero impegnata. Notti insonni a immaginare lui, solo lui: il bauletto porta pane della Mulino Bianco. Il fato avverso, la sorte crudele tramano contro di me. Anche la mia naturale propensione a non portare a termine niente nella vita, certo non gioca a mio favore.
La scadenza è fissata al 31 marzo, ma mi mancano troppi punti per completare la raccolta.
Ah fellone! (la parola non c’entra assolutamente niente, volevo solo inserirla perché mi piace).
Non mi resta che andare ad ammirarlo per l’ultima volta al supermercato. Esso giace protetto nella sua teca. Bauletto, ti avrei amorosamente accolto nella mia cucina e avresti fatto un figurone con i miei amici.
Un box di plexiglas ci dividerà per sempre.